Per il mio compleanno un collega mi ha regalato un libro di e su Giovannino Guareschi, il cui titolo è "Il breviario di Don Camillo".
Non conoscevo nulla di Giovannino Guareschi se non che era l'autore dei libri dai quali erano stati tratti i celeberrimi film di Don Camillo e Peppone (interpretati dagli indimenticabili Fernandel e Gino Cervi).
E' un libro che contiene sostanzialmente dei pensieri tratti dagli scritti di Guareschi, anche quelli dal carcere e non solo dai romanzi.
Nel risulta un Guareschi molto acuto, pungente e critico verso la società di allora.Non conoscevo nulla di Giovannino Guareschi se non che era l'autore dei libri dai quali erano stati tratti i celeberrimi film di Don Camillo e Peppone (interpretati dagli indimenticabili Fernandel e Gino Cervi).
E' un libro che contiene sostanzialmente dei pensieri tratti dagli scritti di Guareschi, anche quelli dal carcere e non solo dai romanzi.
Già dalla prefazione, gradevole e ben impostata, si evidenzia come Guareschi sia legato a doppio filo con il suo personaggio prediletto Don Camillo. Anzi potremmo dire che in Don Camillo troviamo quell'acume e quella fede che traspare da altri scritti di Guareschi.
E' una lettura serale e piacevole nella quale trovo una grande ricchezza di spunti di riflessione.
Non la considererei un lettura impegnativa, ma impegnata.
Non sono certamente un critico letterario, anche se leggo almeno un libro al mese (cioè molto poco rispetto a quento vorrei leggere), quindi non mi cimento in valutazioni critiche.
Mi limito a trascrivere un piccolo branetto che trovo esplicativo sul pensiero di Guareschi.
"Fra le scempiaggini che leggiamo sui giornali e sentiamo alla TV, questa è la più grossa: quale problema può rappresentare il tempo libero se il tempo libero non esiste?
La società dei consumi, grazie a una organizzazione politico-pubblicitaria di terrificante potenza, ha creato bisogni e necessità fasullissimi che rubano all'individuo ogni tempo libero."
Questo pensiero, che mi pare possa riferirsi ad esempio alle masse di 'consumatori' che affollano i centri commerciali anche e soprattutto la domenica, sembra scritto l'altro ieri, mentre è stato scritto esattamente 40 anni fa nel 1967. Questa è profezia!
E' una lettura serale e piacevole nella quale trovo una grande ricchezza di spunti di riflessione.
Non la considererei un lettura impegnativa, ma impegnata.
Non sono certamente un critico letterario, anche se leggo almeno un libro al mese (cioè molto poco rispetto a quento vorrei leggere), quindi non mi cimento in valutazioni critiche.
Mi limito a trascrivere un piccolo branetto che trovo esplicativo sul pensiero di Guareschi.
"Fra le scempiaggini che leggiamo sui giornali e sentiamo alla TV, questa è la più grossa: quale problema può rappresentare il tempo libero se il tempo libero non esiste?
La società dei consumi, grazie a una organizzazione politico-pubblicitaria di terrificante potenza, ha creato bisogni e necessità fasullissimi che rubano all'individuo ogni tempo libero."
Questo pensiero, che mi pare possa riferirsi ad esempio alle masse di 'consumatori' che affollano i centri commerciali anche e soprattutto la domenica, sembra scritto l'altro ieri, mentre è stato scritto esattamente 40 anni fa nel 1967. Questa è profezia!
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