28 gennaio 2008

Nikolajewka 26 gennaio 1943

Io non sono un Alpino, ma da qualche anno partecipo al pellegrinaggio che l'ANA (Associazione Nazionale Alpini) organizza in memoria della storicaquanto sanguinosa battaglia di Nikolajewka svoltasi appunto il 26 gennaio 1943 durante la ritirata da fronte russo.

Oramai reduci non ce ne sono più, ma gli alpini portano sempre un'urna contenente un pochino di terra della Russia, i loro gagliardetti e tanto, tanto orgoglio.

Sono onorato di poter partecipare a questa manifestazione che è sempre molto toccante e alla quale partecipo portando con me il mio umile basco nero da fante, che porto quasi con vergogna rispetto alle belle penne nere degli alpini.

Quest'anno occasionalmente il ritrovo è stato sabato pomeriggio verso le 17 e la salita è stata effettuata con la luce ed una temperatura gradevole.
Ma normalmente "l'adunata", come la chiamano loro, è verso le 19:30 con il buio.

Lo scorso anno e quello precedente ancora, la salita è stata effettuata sotto la neve, alla luce delle torce.
Il pensiero non poteva non tornare ai patimenti sofferti dagli alpini durante quella tragica ritirata del 1943. Migliaia di chilometri a piedi con temperature di -42°C. Senza cibo e senza speranza.


E quando alla fine della S. Messa, dopo la preghiera dell'Alpino, rimanendo ancora militarmente sull'attenti si onorano i caduti di quella battaglia non posso, non riesco, non voglio soffocare la commozione.

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